Dal 3 al 9 novembre (con pre-apertura il 1° e 2 novembre) occhi sull’attualità a Gaza, il cinema della militanza femminile, l’arte dissidente di Ai Weiwei, la musica di Jeff Buckley e Piero Pelù, gli anni ’80 che hanno cambiato Firenze, le immagini manipolate dell’AI e le fake news e l’omaggio a Sandro Pertini
Il Festival dei Popoli, il Festival più longevo della 50 giorni di Cinema a Firenze, giunge quest’anno alla 66° edizione. Dedicato al documentario internazionale, il festival prevede una pre-apertura il 1° e 2 novembre con un evento dedicato ai più piccoli, Popoli for Kids and Teens, Dal 3 al 9 novembre il programma sarà diviso come di consueto in Concorso internazionale Lungometraggi e Concorso italiano, ai cortometraggi e mediometraggi sarà dedicato il Concorso Internazionale Discoveries, per i lavori di giovani registi e registe da tutto il mondo con orientamento alla sperimentazione; in Doc Highlights i film di grande risonanza internazionale e poi le sezioni Habitat, dedicata all’ambiente e ai temi della sostenibilità e dei diritti umani, Let the Music Play per i documentari musicali, con la retrospettiva dedicata all’opera di Marie Losier, regista francese ospite del festival; Future Camps – European Doc Academy, con le sorprendenti opere provenienti dalle migliori scuole di cinema di tutta Europa. Infine, la sezione Feminist Frames, una selezione di opere realizzate da registe sul tema della militanza e della liberazione pensata in collaborazione con una rete internazionale di cineaste femministe che costruisce spazi di mutuo sostegno, co-creazione e pratiche condivise.
Saranno 9 i film del Concorso Internazionale Lungometraggi, tutti in anteprima che saranno giudicati dalla giuria composta dalla programmer Cecilia Barrionuevo (Argentina) e dalle registe Elena Lopez (Spagna) e Mala Reinhardt (Germania). I 10 cortometraggi e mediometraggi in anteprima nel Concorso Internazionale Discoveries, saranno invece giudicati dalla giuria formata dalla distributrice Marcella Jelić (Croazia), la curatrice e produttrice Flavia Mazzarino (Italia) e la regista Eleanor Mortimer (Gran Bretagna). La giuria del Concorso italiano è composta dal produttore Leonardo Barrile, dal regista Haider Rashid e dalla distributrice Anastasia Plazzotta.
Il festival, presieduto da Roberto Ferrari con la presidenza onoraria di Ken Loach e sotto la direzione artistica di Alessandro Stellino, la direzione organizzativa di Claudia Maci, presenterà il meglio del cinema documentario internazionale in un programma di 90 film. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Fondazione Sistema Toscana – 50 Giorni di Cinema a Firenze, Calliope Arts, Publiacqua, con il Patrocinio del Comune di Firenze.
Concorso internazionale e nazionale
Il festival sarà inaugurato, lunedì 3 novembre alle 18, con l’omaggio dedicato a Sarah Maldoror, regista francese e panafricana d’adozione, voce rivoluzionaria e prima donna cineasta del cinema africano, con la proiezione del suo primo lungometraggio Sambizanga (1972), tratto da un romanzo dello scrittore angolano José Luandino Vieira, che segue le vicissitudini di una giovane donna il cui marito è stato incarcerato in Angola dalle autorità portoghesi. Ad introdurre al pubblico i lavori di Maldoror, ci sarà la figlia Annouchka de Andrade. La retrospettiva fa parte dalla collaborazione tra il Festival dei Popoli e Calliope Arts Foundation all’interno del progetto Women Trailblazers in Documentary Cinema. Tra lunghi e cortometraggi, saranno 12 le opere in programma di questa pioniera di un linguaggio cinematografico radicale. Segue poi l’anteprima nazionale di With Hasan in Gaza del regista palestinese Kamal Aljafari, presente in sala. Una riflessione cinematografica sulla memoria, la perdita e il passare del tempo, filmando una Gaza popolata di fantasmi che oggi non esiste più. Tre nastri MiniDV che documentano la vita a Gaza nel 2001 vengono ritrovati dal regista. Quella che era iniziata come la ricerca di un ex compagno di prigionia, un uomo perso nel tempo e nella guerra, porta a un viaggio inaspettato dal nord al sud di Gaza con Hasan, una guida locale il cui destino rimane sconosciuto.
Il Concorso Italiano che propone in gara 7 documentari, prevede l’anteprima italiana di She (Lei – Storie operaie dal Vietnam) di Parsifal Reparato, film corale che racconta le giornate di alcune operaie tra gli 80.000 lavoratori di uno dei più grandi impianti industriali elettronici al mondo, con sede in Vietnam, dove l’80% della manodopera nelle fabbriche è costituita da donne che hanno accettato di lavorare a turni di 12 ore. A seguire Waithood di Paola Piscitelli, protagonista un ragazzo sospeso tra Napoli, dove vive in seminterrato, e São Vicente a Capo Verde, che è stato costretto a lasciare da bambino e di cui conserva ricordi preziosi, dove sogna di tornare per ricomporre le sue fratture; Il fantasma che è in me di Michael Beltrami, film diario che prende il via nel 2005, quando all’autore è stato diagnosticato un cancro, per diventare la cronaca personale di un ventennio, tra gioie, perdite, rivelazioni; Chi sale sul treno di Valerio Filardo, memoria del viaggio iniziato 120 anni fa dal primo Treno Bianco, il convoglio che accompagna malati e pellegrini dalla Sicilia a Lourdes, un percorso di quasi 50 ore oggi, nell’epoca dell’alta velocità, forse anacronistico. In programma poi le anteprime assolute di Cumpartia di Daniele Gaglianone, storia di Ivan, che ritorna a casa nel Sulcis in Sardegna dopo tre anni di lontananza per fare il vino con i genitori nella loro piccola azienda, in un sofferto viaggio interiore tra generazioni; White Lies di Alba Zari, protagonista la regista che usa la sua arte per esplorare un passato oscuro, quello di una famiglia cresciuta nella controversa setta dei Bambini di Dio; e Queste cose non avvennero mai ma sono sempre di Pierluca Ditano, ritratto collettivo di Taranto, esplorazione di rovine industriali e mondi invisibili attorno al distretto siderurgico più grande d’Europa, sullo sfondo di un paesaggio umano sospeso, tra decadenza e bellezza.
L’attualità, le guerre, la dissidenza nell’arte sono al centro della sezione che propone titoli di grande rilevanza internazionale fuori concorso. Tra questi Ai Weiwei’s Turandot di Maxim Dereviank. Una ferita ancora aperta nell’opinione pubblica è l’invasione russa dell’Ucraina: il festival presenta scorci di una frontiera ferita da tre diversi punti di vista, partire da quello di Sergei Loznitsa con il corto Paleontology Lesson; non solo soldati in trincea: Checkpoint Zoo di Joshua Zeman. Infine, in un ritratto ironico e grottesco, Sanatorium di Gar O’Rourke porta a sud sulle rive di Odessa, in una fatiscente struttura sanitaria, nel corso di una stagione estiva in cui gli ospiti passano l’estate attratti dalle proprietà miracolose del fango nero nonostante l’eco dei bombardamenti in lontananza. Arte come politica, invece, al centro di Nova ‘78 di Aaron Brookner e Rodrigo Areias, un viaggio elettrizzante nel cuore della controcultura degli anni ’70, con filmati inediti della leggendaria Nova Convention, l’evento di tre giorni a New York City che ha celebrato il ritorno di William S. Burroughs in America dopo oltre vent’anni vissuti in America Latina, Nord Africa, Parigi e Londra, riunendo icone come Patti Smith, Frank Zappa, Laurie Anderson, Philip Glass, Allen Ginsberg, Merce Cunningham, John Cage e molti altri. Da oltreoceano si ritorna a Firenze, con la prima assoluta di Uscivamo molto la notte di Stefano Pistolini, racconto della new wave fiorentina con i protagonisti dell’epoca: all’imbocco degli anni ‘80, Firenze si trasforma da aristocratica mèta di contemplazione turistica in capitale delle nuove culture giovanili, qui nascono fenomeni battezzati “Rinascimento Rock” o “Fauna d’Arte” e la città, nelle sue interminabili notti, diventa un’esplosione di creatività, edonismo, sperimentazione. In prima italiana, poi, Post Truth di Alkan Avcıoğlu: un film fittizio sul mondo reale, il primo documentario interamente generato dall’intelligenza artificiale della storia esplora il nostro rapporto con la tecnologia ed esamina come siamo arrivati a un mondo in cui le immagini vengono sempre più strumentalizzate e la verità non ha più importanza, sviluppato in 15 mesi, da oltre 60 ore di filmati generati dall’intelligenza artificiale. Ricordi d’Italia ne Il Settimo Presidente di Daniele Ceccarini e Mario Molinari, in prima assoluta, docufilm che si propone di raccontare la figura di Sandro Pertini, dalla formazione come socialista e partigiano alla leadership durante gli anni di piombo, con la capacità unica di incarnare e rappresentare i sentimenti più autentici del popolo italiano, con la musica di Nicola Piovani e il manifesto ufficiale da Gianluigi Toccafondo. Chiudono la sezione Familiar Places di Mala Reinhardt, protagonista Akosua, queer ghanese-tedesca, tra poliamore e desiderio di un figlio, accompagnata dalla sua amica e regista Mala, e la Toscana profonda con Tatti, paese di sognatori di Ruedi Gerber, storia del piccolo borgo toscano nel grossetano che rischia di scomparire, dove il regista, insieme agli ultimi agricoltori locali, i fratelli gemelli Marco e Massimo, ha dato inizio a una silenziosa rinascita.
Omaggi, talk, eventi speciali
Arriva, mercoledì 5 novembre, per la prima volta a Firenze e in anteprima, dopo la partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia, Piero Pelù. Rumore dentro di Francesco Fei. Un viaggio intimo e sincero nell’anima dell’ex leader dei Litfiba, Piero Pelù, dopo l’incidente acustico che gli ha procurato acufeni fortissimi e continui che hanno rischiato di comprometterne l’udito. Nell’ottobre 2022, durante una sessione di registrazione, un improvviso shock acustico ha provocato un danno permanente al nervo acustico con il quale Pelù combatte da allora. Il “rumore dentro” diventa così un’occasione forzata per fermarsi, ritrovarsi, ricostruirsi, rigenerarsi e concepire un nuovo album dedicato ai “deserti interiori”, raccontato nel film attraverso una full immersion nel mondo dell’artista. Si passa poi ai margini dell’Europa con In Hell With Ivo di Kristina Nikolova in prima italiana: protagonista è l’artista queer bulgaro Ivo Dimchev, che anche durante il Covid ha organizzato con successo oltre 400 concerti gratuiti nelle case delle persone, sfidando le norme sociali relative alla sessualità, all’identità e al potere in una Bulgaria sempre più omofoba. Chiude la sezione It’s Never Over, Jeff Buckley di Amy Berg, diretto dalla regista candidata all’Oscar, racconto della vita della giovane stella nascente dalla voce ultraterrena e dal talento immenso, che sconvolse il mondo della musica degli anni ‘90 morendo improvvisamente, all’età di 30 anni, dopo l’uscita del l’acclamato album di debutto “Grace”. Il tutto realizzato attraverso filmati inediti provenienti dagli archivi di Buckley e testimonianze intime di sua madre, delle ex compagne, degli ex compagni di band e di personaggi illustri come Ben Harper e Aimee Mann.
L’omaggio a Sarah Maldoror prosegue, martedì 4 novembre, presso The Recovery Plan (via Santa Reparata 19R) con l’inaugurazione della mostra Sarah Maldoror: C’est Pour Vous Que Je Parlerai a cura di BHMF, Justin Randolph Thompson & Janine Gaëlle Dieudji, visitabile fino al 6 gennaio 2026. Sviluppata in collaborazione con la figlia e basato su materiali d’archivio personali, il progetto indaga il profondo coinvolgimento di Maldoror con le eredità del Primo Congresso degli Scrittori e Artisti Neri del 1956, con la Negritudine e con la sua costante dedizione a un racconto rivoluzionario, capace di intrecciare arte, memoria e impegno politico. Con testi inediti di Chris Cyrille, Leonardo De Franceschi e François Piron.
Il panel dedicato al cinema del reale dal titolo Documentario italiano: verso la finzione, ospita sul palco, venerdì 7 novembre ore 19, due coppie di registi protagonisti di ultime uscite in sala, Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann insieme a Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis. La conversazione è dedicata alla transizione dal documentario alla finzione compiuta da un’intera generazione di filmmaker che, a partire dal confronto con la realtà, ha contribuito a rinnovare la cinematografia del nostro paese nel corso degli ultimi due decenni. I registi in dialogo stanno contribuendo a riscrivere le pratiche consuete del “cinema del reale” con approcci originali e un forte radicamento nei territori umani e geografici d’elezione.
Sarà ospite del Festival la regista francese Marie Losier, autrice di numerosi ritratti cinematografici di registi, musicisti e compositori cult e d’avanguardia. L’omaggio a lei dedicato sarà in programma nella sezione Let the Music Play.. La regista sarà protagonista sabato 8 novembre alle 10 presso l’Istituto Francese con l’incontro Rebel Rebel: Marie Losier, moderato dal giornalista e critico Emanuele Sacchi. In anteprima nazionale al Festival dei Popoli verrà presentato il suo ultimo film Barking in the Dark, sulla band di culto di San Francisco, The Residents, noti per non aver mai mostrato in pubblico i loro volti, sempre nascosti da enormi bulbi oculari. In programma anche i corti e mediometraggi Alan Vega, Just a Million Dreams, Felix in Wonderland, Tony Conrad, DreaMinimalist, The Ballad of Genesis and Lady Jaye, Peaches Goes Bananas e Electric Storm, 100 Years of Theremin.
Feminist Frames, Habitat, Doc at work, Future campus, Popoli For Kids and Teens
Ritorna la sezione Feminist Frames, la selezione di opere realizzate da registe sulla liberazione delle donne pensata in collaborazione con una rete internazionale di cineaste femministe che costruisce spazi di mutuo sostegno, co-creazione e pratiche condivise. Cinque i film della sezione: The Long Road to Director’s Chair di Vibeke Løkkeberg, sul primo seminario internazionale sul cinema femminile tenutosi nel 1973 a Berlino, un momento di confronto sulla difficoltà di essere donne nel cinema, tra disparità, marginalità e sessismo; No Mercy di Isa Willinger, un manifesto cinematografico radicale attraverso le voci delle donne più agguerrite del cinema, risolute e senza compromessi, protagoniste, tra le tante, Catherine Breillat, Alice Diop, Valie Export, Nina Menkes e Céline Sciamma; Las Novias del Sur di Elena López Rieradove, tra donne mature che parlano del loro matrimonio, della loro prima volta, del loro rapporto intimo con la sessualità, la regista mette in discussione il proprio mancato ruolo di madre e sposa; in The Mens’s Land di Mariam Bakacho Khatchvani, un’aspirante cantante georgiana lotta per difendere la sua proprietà contro regole e tradizioni locali obsolete che discriminano le donne nelle dispute riguardanti l’eredità; infine Bled El Siba (Rebel Land) di Ro Caminal, documentario sperimentale scandito dalla tradizione poetica femminile “irzan” sulle terre del Marocco che non accettavano l’autorità del Sultano e, di conseguenza, nemmeno quella dei colonizzatori.
La sezione Habitat restituisce una visione d’insieme del nostro tempo e delle sue criticità. Tre i documentari in prima assoluta, Domani – Il viaggio di Maysoon Majidi di Vincenzo Caricari e Barbara Di Fabio ha per protagonista una giovane regista e attivista iraniana in fuga dal regime di Teheran e il suo viaggio verso l’Europa, fino all’arrivo a Crotone dove viene arrestata con l’accusa di “scafismo”; The Trials di Marta Massa, è la storia di Maja T., giovane attivista non binaria attualmente detenuta in isolamento a Budapest, in attesa di un processo per il quale rischia una condanna a 24 anni di reclusione. Sunu Gaal (Our Cayuco) di Josep T. Parìs, segue giovani vite in Senegal, quelle di una generazione pienamente consapevole del razzismo occidentale e del colonialismo che sfrutta le risorse del loro lavoro. Arrivano poi in prima italiana Slave Island di Jimmy Hendrickx e Jeremy Kewuan, sconvolgente testimonianza della schiavitù moderna sull’isola indonesiana di Sumba, dove l’attivista Jeremy Kewuan, indagando sul traffico di esseri umani, riesce a liberare una bambina di 8 anni ridotta in servitù; e How Deep Is Your Love di Eleanor Mortimer, protagonista un gruppo di biologhe intente a esplorare le profondità oceaniche, con immagini mozzafiato di una fauna marina mai vista perima su cui grava la minaccia incombente di un intero ecosistema a rischio di scomparsa.
Doc at Work , nato nel 2013 come laboratorio di idee per il pubblico, per i cineasti in formazione e per i professionisti, è la sezione industry del festival che intende favorire nuove sinergie tra professionisti, registi consolidati, nuovi talenti e selezionatori di festival, produttori, distributori e altri attori del settore. È lo spazio dedicato al cinema del reale work-in-progress che accoglie progetti di autori e autrici italiani/e o di produzione italiana, in fase di sviluppo e produzione, con l’obiettivo di farli conoscere a professionisti e professioniste internazionali, per creare nuove sinergie e promuoverne la diffusione. Ogni anno Doc at Work rende omaggio a un paese europeo, invitando una delegazione di produttrici e produttori interessati a sviluppare nuove collaborazioni con l’Italia: il paese protagonista dell’edizione 2025 sarà la Francia. Il Festival accoglierà una delegazione di produttori e produttrici emergenti dalla Francia e ospiterà un focus dedicato alle opportunità di coproduzione tra i due paesi nella giornata di sabato 8 novembre 2025. In programma anche Proxima, lo spazio dedicato a film documentari in fase di montaggio e post-produzione, con opere superiori ai 60’ selezionate: per questa edizione sono confermati il Premio SudTitles e il Premio RIDM. Ancora, la sezione si chiude con Itineranze DOC, il percorso formativo semestrale dedicato a progetti di cinema del reale in fase di sviluppo: il progetto nasce dalla collaborazione tra Festival dei Popoli, Bellaria Film Festival, SoleLuna Doc, PerSo – Perugia Social Film Festival, FrontDoc e IsReal – Festival di Cinema del Reale.
Il Future Campus è la sezione dedicata a registi e registe provenienti dalle principali scuole di cinema internazionali. Dalla 66° edizione il festival espande il proprio campus dedicato ai professionisti under 35 con una serie di lab, ciascuno caratterizzato da un ambito di indagine e un percorso composto di masterclass, round table e proiezioni. Lo studio delle pratiche si unirà allo scambio interdisciplinare e alla propensione creativa per mezzo di un fitto panorama di screening e incontri pensati ad hoc per i partecipanti selezionati da vari ambiti professionali, dagli atenei italiani e dalle migliori scuole di cinema nazionali e di tutta Europa. Questi i percorsi attivati: European Doc Academy, Make it Real: pratica documentaria, Giuria Giovani: Discoveries, Feminist Trails: per un nuovo sguardo, e Visual Anthropology.
Torna la sezione dedicata a bambinǝ, ragazzǝ, famiglie e scuole: il Festival dei Popoli e la Fondazione CR Firenze presentano Popoli for Kids and Teens: 15 documentari e corti d’animazione da tutto il mondo su ambiente, inclusione, diritti, uguaglianza e futuro. Quest’anno alla sezione è dedicata un’apertura speciale del festival, nel weekend del 1° e 2 novembre, e poi a seguire eventi fino al 9 novembre. Non solo film, ma anche laboratori creativi e didattici con esperti, momenti per gli studenti, che diventano protagonisti. Appuntamenti a Firenze tra PARC – Performing Arts Research Centre, Cinema Astra e Cinema La Compagnia.
Alla 66a edizione saranno inoltre consegnati i seguenti riconoscimenti: Premio di distribuzione CG ENTERTAINMENT al Miglior Film Italiano assegnato dalla società di distribuzione CG Entertainment; Premio distribuzione on demand CG Digital al Miglior Film Europeo della sezione “Habitat” assegnato dalla società di distribuzione CG Entertainment; Premio “Diritti Umani” assegnato da Amnesty International Italia a uno dei film della sezione Habitat; Premio distribuzione in sala “IMPERDIBILI”, assegnato dal Cinema La Compagnia di FST – Fondazione Sistema Toscana – al Miglior film Italiano per la sala; Premio distribuzione in sala “Il Cinemino”, assegnato dal Cinemino di Milano al Miglior film italiano per impegno, valore sociale e innovazione stilistica; Premio per il Miglior Montaggio ad un film del Concorso italiano assegnato da AMC – Associazione montaggio cinematografico e televisivo. Lo Young Jury Day assegna il Premio Fondazione CR Firenze – Popoli for Kids and Teens 2025 al miglior film dell’omonima sezione.
Inoltre, una selezione dei film in programma sarà disponibile online sulla piattaforma MYmovies ONE. Ogni titolo concorre per il MYmovies Award, che sarà assegnato al film con la valutazione media più alta determinata dal pubblico online. Il vincitore riceverà un’offerta di acquisizione SVOD da parte di MYmovies ONE, nel pieno rispetto delle finestre di sfruttamento previste.