Addio a Lucia Bosè, musa dei più grandi registi italiani

E’ scomparsa il 23 marzo scorso, all’età di 89 anni, in Spagna, l’attrice italiana Lucia Bosè, Miss dell’Italia del secondo dopoguerra, nel 1947, musa dei più grandi registi dagli anni ’50 in poi.

Aveva esordito al cinema nel 1950 nel film Non c’è pace tra gli ulivi, opera che si ascrive al Neorealismo italiano, di Giuseppe De Santis, con il quale aveva lavorato anche in Roma, ore 11.00. Sempre nello stesso anno era stata la protagonista dell’opera prima di Michelangelo Antonioni, Cronaca di un amore, che l’aveva voluta anche in La signora senza camelie.

Attrice di spicco dell’età d’oro del cinema italiano, aveva recitato anche nelle commedie di Luciano Emmer, Parigi è sempre Parigi e Le ragazze di piazza di Spagna. Significativi i titoli realizzati con registi dal tratto sperimentale internazionali: Buñuel l’aveva voluta in Gli amanti di domani e Jean Cocteau ne Il testamento di Orfeo.

Negli anni Sessanta era tornata sul grande schermo in Sotto il segno dello Scorpione, dei fratelli Taviani e in Fellini Satyricon, di Federico Fellini. Era stata musa di Mauro Bolognini, in Metello e più tardi, negli anni ’80, di Francesco Rosi, in Cronaca di una morte annunciata. Uno dei suoi ultimi impegni ne I Viceré, di Roberto Faenza.

Nel 2012 aveva presto parte al film Alfonsina y el mar, secondo lungometraggio del duo K. Kosoof, composto dal regista fiorentino Pablo Benedetti e dal piemontese Davide Sordella, presentato a Firenze in anteprima il 15 aprile 2013, alla presenza della stessa attrice.

Il film, che ha vinto a San Marino il premio “Tonino Guerra” per la sceneggiatura, è ispirato ad un brano di Mercedes Sosa, una canzone struggente che racconta la storia della scrittrice Alfonsina Storni, intellettuale argentina di origini italiane, affetta da un male incurabile, morta suicida nel Mar de la Plata.

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