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SLIMANE, Younes Ben
We Knew How Beautiful They Were, These Islands [risorsa elettronica] = Nous le savions qu’elles étaient belles, les îles / regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio Younes Ben Slimane ; suono Tima Savchenko
FR, TN : Le Fresnoy, 2022
1 file mkv (158.42 mb) (20 min.) : color., son.
Festival dei Popoli, 2022 - Concorso internazionale - Cortometraggio. - Sottotitoli in inglese.
Savchenko, Tima.
1. Immigrazione.
2. Diari e memorie.
3. Antropologia.
Abstract: Una figura solitaria scava una tomba nel cuore della notte, in una dimensione ai confini del reale, tra sogno e realtà. Senza dialoghi e senza suoni che non siano il vento, il crepitio del fuoco e il raschiare di una pala contro la terra secca, entriamo in un universo oscuro e misterioso, forse maledetto, dove ogni oggetto sembra infestato da un significato appena percepibile, portatore di istanze ataviche. La testa di una vecchia bambola, un pettine, un rossetto: reliquie il cui linguaggio silenzioso parla della vita e, soprattutto, della scomparsa dei loro proprietari originari. Quasi un’invocazione delle loro anime, tra il mare e il deserto. Le immagini di Younes Ben Slimane, di una bellezza inquietante e malinconica, sono immerse nell’oscurità e risaltano di un’opalescenza dorata, illuminate solo dalle stelle e dai fari dei becchini solitari. I corpi si stagliano come presenze fantasmatiche eppure concrete nello scenario catacombale, popolando uno scenario spettrale in cui ha luogo uno strano e doloroso rituale: un atto sacrale che dice della persistenza della memoria e della fragile matericità spirituale dell’esistenza.

A lonely figure is digging a grave in the deep of night, in a dimension on the edge of reality, between dream and real. Without dialogues or sounds, save for the wind, the fire crackling, and a shovel scraping against the dry dirt, we are introduced in a dark and mysterious, possibly cursed universe, where each object seems haunted by a barely perceptible meaning, bearer of ancestral instances. The head of an old doll, a comb, a lipstick: relics whose silent language speaks of life and, above all, of the disappearance of their original owners. It’s almost like an invocation of their souls, between sea and desert. Younes Ben Slimane’s images, with their troubling, melancholy beauty, are immersed in darkness, and yet stand out with a gold opalescence, as the only light they get is from the stars and the lonely gravediggers’ lamps. Bodies, like ghostly but concrete presences, stand out against a scenario reminiscent of catacombs in which a strange and painful ritual takes place: a holy act conveying the persistence of memory and the fragile spiritual materiality of existence.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE