‘GlassBoy’ vince al Festival Audiovisual Infantil

Dopo essersi aggiudicato il premio ECFA come Miglior Film Europeo per Ragazzi al PÖFF | Tallinn Black Nights Film Festival e dopo la recente partecipazione alla winter edition del 50/mo Giffoni Film Festival, dove è stato presentato in anteprima nazionale come unica opera italiana in concorso, incantando la giovane giuria del festival, “Glassboy” vince ancora al Festival Audiovisual Infantil, il più grande festival sudamericano di cinema per ragazzi,  come miglior lungometraggio 8+: il film per ragazzi diretto dal regista e sceneggiatore toscano Samuele Rossi, liberamente ispirato al romanzo Premio Andersen ‘Il Bambino di Vetro‘ di Fabrizio Silei, è uscito il 1°febbraio sulle principali piattaforme on demand (Sky Primafila, Google Play, Infinity, Apple tv, Chili, Rakuten Tv, The Film Club e Io resto in Sala).

Il trailer ufficiale

Il film è una coproduzione internazionale Italia, Svizzera e Austria tra Solaria Film con Rai CinemaPeacock Film e WildArt Film, in collaborazione con Minerva Pictures Group, con il contributo del MiBACT – Direzione Generale CinemaEurimages e Creative Europe, sostenuto da Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema,

Il regista Samuele Rossi





Samuele Rossi ha studiato Discipline delle Arti e dello Spettacolo all’Università di Pisa, Regia Cinematografica e Televisiva alla European Rosebud Film School a Roma, Screen Writing alla York Film Academy e Filologia Moderna alla Facoltà di Lettere a La Sapienza di Roma.

Esordisce alla regia di lungometraggio nel 2011 con il film La strada verso casa, partecipando a numerosi festival in tutto il mondo (Festival Internazionale del Cinema di Roma, Mostra Internazionale del Cinema di San Paolo) e vincendo diversi premi nazionali. L’anno successivo fonda la società di Produzione Cinematografica Echivisivi.

Nel 2014 esce il suo primo film documentario La memoria degli ultimi presentato in anteprima al Bari International Film Festival 2014, il film ottiene un ottimo riscontro di critica e pubblico. Nel 2016 realizza il documentario evento Indro, l’uomo che scriveva sull’acqua , in collaborazione con Sky Arte e con il supporto del Mibact. Il film è stato tra i finalisti ai Nastri D’Argento Doc 2017.
Nello stesso anno esce il documentario Biografia di un amore, un film che continua a lavorare sul tema della “memoria” e della perdita. Nel 2018 è produttore di Se di tutto resta un poco. Sulle tracce di Antonio Tabucchi, film documentario che racconta la vita del grande scrittore italiano e nel 2019, scrive e dirige Fuoco Sacro, una produzione tv originale laEffe : un viaggio nelle biografie di quattro grandi autori della letteratura italiana del Novecento: Alda Merini, Luciano Bianciardi, Cesare Pavese e Elsa Morante, raccontati da quattro grandi attori italiani: Federica Fracassi, Paolo Sassanelli, Pietro De Silva e Sonia Bergamasco

Attualmente è Docente di Regia di Accademia Cinema Toscana e parte del Direttivo del Festival dei Popoli.

I giovani protagonisti del film

Protagonista del film il giovanissimo Andrea Arru nei panni di Pino, un bambino che a causa di una malattia non può uscire di casa. La sua vita si svolge perlopiù nella sua cameretta, una vita molto controllata da una famiglia troppo protettiva e che teme il distacco. Pino, animato da uno sfrenato desiderio di libertà e da un coraggio senza limiti, inizia così la sua avventura nel mondo insieme a un gruppo di amici, gli Snerd, interpretati dagli esordienti Rosa Barbolini (Mavi), Stefano Trapuzzano (Ciccio), Gabriel Mannozzi De Cristofaro (Domenico), Mia Pomelari (Mei Ming) e Luca Cagnetta (Gianni), a capo della banda rivale, con i bulli Emanuele De Paolis e Stefano Di Via.
Speriamo che tutta la passione che abbiamo messo in questo film vi sia arrivata – dicono i protagonisti in occasione della presentazione del film – per noi non è stato solo un lavoro, ormai quella di Glassboy è una vera famiglia e siamo felici di averla presentata per la prima volta a Giffoni”.
GlassBoy ricorda che in fondo tutti i ragazzini si sentono un po’ Pino, cioè fragili, forse non accettati. E lo stesso forse vale anche per i genitori, obbligati a vivere le stesse ansie, speranze e aspettative della famiglia di Pino.

Guarda il servizio video su Intoscan.it

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