Il produttore fiorentino Matteo Cichero guarda alla Cina per i suoi nuovi progetti

Attivo nel panorama cinematografico italiano, il produttore ha fondato con Fabrizio Guarducci la società Fair Play

Allarga il suo orizzonte professionale e artistico verso la Cina il produttore cinematografico fiorentino Matteo Cichero. Produttore – o coinvolto nei progetti audiovisivi con il ruolo di produttore esecutivo e produttore associato – Matteo Cichero ha collaborato ad alcuni titoli di lungometraggi, tra cui Franco Zeffirelli, documentario di Luigi di Fiore, Una sconosciuta e Mare di grano, di Fabrizio Guarducci, Europa, di Haider Rashid, film selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, Non ci resta che ridere, di Alesandro Paci. E ancora, il documentario per Sky Arte, Come nasce un Museo, sul Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, il film My Father Jack di Tonino Zangardi, la serie Mia and Me, diretta da Andrea De Sica e Luca Morsella.

Recentemente Matteo Cichero, fondatore della casa di produzione Fair Play, è stato ospite d’onore in Cina, a Chongqing, metropoli che contra oltre trenta milioni di abitanti, nel contesto della China Chongqing Science and Technology Film Week. Un invito ufficiale arrivato direttamente dal governo cinese, all’interno del prestigioso Shanghai Cooperation Organization Film Festival, per rappresentare l’Italia nel confronto tra industrie creative e nuove tecnologie del cinema.

La manifestazione – che ha riunito delegazioni provenienti da tutto il mondo eurasiatico – si svolge in una delle aree più dinamiche della Cina: il distretto di Chongquing, dove si trovano i Yongchuan Technology Studio, gli studios cinematografici più avanzati d’Asia per l’uso dei virtual set. Qui, i classici fondali verdi sono stati sostituiti da pareti LED interattive che permettono di girare scene immerse in ambienti virtuali, rivoluzionando la postproduzione.

«È un’occasione importante – racconta Cichero – anche per seminare relazioni, costruire rapporti e raccontare differenze culturali profonde, a chi vive in un sistema creativo così lontano dal nostro. La Cina ha una visione strutturata del futuro del cinema, e ci vede come interlocutori preziosi». Nei giorni del festival, Cichero ha visitato i set, i teatri di posa e i siti culturali del territorio – come la celebre foresta di bambù utilizzata per film come La foresta dei pugnali volanti – e ha preso parte a numerosi incontri con rappresentanti del governo, delle industrie creative e dei centri di produzione locali. Accanto a lui, solo due presenze italiane: Maria Pia Corbelli, Presidente del Festival Internazionale Terra di Siena, e la produttrice Eleonora Granata-Jenkinson, professionista italiana che vive in America. Una settimana intensa, tra esplorazione culturale e confronti istituzionali, in cui l’Italia è stata ben rappresentata, grazie alla presenza di un professionista del cinema che vive e opera a Firenze.

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