‘Promised lands’: il regista Amos Gitai presenta la sua mostra a Firenze

Un viaggio immersivo nei lavori dell’artista e cineasta israeliano che grazie alla sua vastissima produzione teatrale e cinematografica, riuscirà a intrecciare i destini umani, la storia e il presente nelle voci del Mediterraneo.

Promised lands è il titolo della video installazione dell’artista e regista internazionale Amos Gitai, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E in collaborazione con AGAV Films grazie a Toscana Energia, che verrà allestita nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, in concomitanza con la Conferenza Internazionale dei Sindaci delle Città del Mediterraneo, in programma a Firenze dal 25 al 27 febbraio.

I visitatori vedranno in loop, riprodotti sulle pareti della Sala D’Arme, gli estratti della corrispondenza tra Efratia Gitai (1994-2003), madre di Amos, e suo padre Elihau tratti dal lungometraggio Lullaby to my father in cui il regista ripercorre la vita di suo padre Munioe ascolteranno le lettere dal carcere di Antonio Gramsci interpretate da Pippo Delbono tratte dallo spettacolo Exils intérieurs, creato da Gitai per il Theatre de la Ville di Parigi nel 2020 (spettacolo quest’ultimo che verrà messo in scena in esclusiva italiana al Teatro della Pergola il 13 e 14 aprile).
Vedranno poi degli estratti di Tsili, film ispirato al romanzo autobiografico di Aharon Appelfeld che racconta le peregrinazioni di personaggi immersi nell’incubo della guerra e stralci di Kippur, lungometraggio in cui il regista ripercorre la sua drammatica esperienza durante la guerra dello Yom Kippur. E ancora Field diary, film-diario girato nei territori occupati prima e durante l’invasione del Libano, Ananas/Pineapple reportage di denuncia e The war of the sons of light against the sons of darkness, basato su La guerra giudaica, dello storico antico Flavio Giuseppe, con Jeanne Moreau nel ruolo di Flavio Giuseppe fino a The book of Amos, girato in una strada di Tel Aviv, dove attori e attrici israeliani e palestinesi interpretano il ruolo del profeta Amos e danno una voce moderna, in ebraico e in arabo, alla sua antica denuncia della corruzione e dell’ingiustizia sociale.
Fino ad arrivare a Kedma, che prende il nome dalla nave carica di sopravvissuti all’Olocausto in viaggio verso la Terra Promessa alla fine del secondo conflitto mondiale e a Golem, the spirit of Exile film che indaga i significati contemporanei del Libro di Ruth nella Bibbia per terminare con Yitzhak Rabin: Chronicle of an Assassination, sull’assassinio del primo ministro israeliano, avvenuto il 4 novembre 1995 dopo una manifestazione per la pace e contro la violenza a Tel Aviv. 

La dichiarazione del regista Amos Gitai

Il progetto – spiega Amos Gitaiè concepito in funzione di questo luogo particolare: la sua storia e il suo rapporto con l’ambiente fanno parte del progetto tanto quanto le opere presentate. Promised Lands intende evocare a partire da miei lavori teatrali e cinematografici, i destini umani, la storia e il presente nelle varie lingue parlate nell’area del Mediterraneo”.
Il 13 e 14 aprile (giorno in cui terminerà la mostra in Sala D’Arme), è in programma in esclusiva italiana al Teatro della Pergola di Firenze lo spettacolo di Amos Gitai Exils intérieurs, prodotto dal Théâtre de La Ville di Parigi in associazione con Agav Films. Combinando brani musicali, proiezioni di film e lettura di testi, si immagina un dialogo tra Thomas Mann e Hermann Hesse, Rosa Luxemburg, Albert Camus e Antonio Gramsci sul tema della posizione dell’artista (quando si trova) di fronte all’oppressione. Lo spettacolo è in francese, italiano e tedesco, con sovratitoli in italiano.

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