Film inaugurale di France Odeon, sarà nelle sale italiane dal 13 novembre
Giovedì 30 ottobre è stato inaugurato France Odeon, giunto quest’anno alla sua 17° edizione. Ad aprire il festival è stato La venue de l’avenir di Cédric Klapisch, regista e sceneggiatore che con il primo lungometraggio Rien du tout (1992) ottenne una nomination ai César. Raggiunge il successo internazionale con Le péril jeune (1994), a cui seguono opere molto amate come Ognuno cerca il suo gatto (1996), Aria di famiglia e la trilogia iniziata con L’appartamento spagnolo (2002), proseguita con Bambini del destino e Ritorno a casa. Abile osservatore delle dinamiche sociali e familiari, Klapisch alterna commedia e dramma con grande equilibrio. Tra i suoi titoli più recenti, Parigi (2008) e La vita è una danza (2022).
In Italia, il film uscirà con il titolo I colori del tempo, e sarà disponibile nelle sale italiane a partire da giovedì 13 novembre. Film corale, il cast include Suzanne Lindon, Paul Kircher e la cantante Pomme, apprezzatissima tra i giovani per il suo stile musicale sensibile e contemporaneo.
“Sullo sfondo di una Parigi contemporanea, la vita di 30 apparenti sconosciuti all’improvviso si intreccia grazie ad un lontano legame di sangue. Ad unirli è Adele, una giovane donna che nel 1895 si è spostata dalla Normandia a Parigi in cerca della madre che l’aveva abbandonata neonata. Scoperta questa parentela, un ingegnere trasportista, un creatore di contenuti digitali, un apicoltore e un professore di francese si riuniscono per indagare e ricostruire la storia della propria grande famiglia. Vecchie fotografie, lettere e dipinti trovati nella proprietà ereditata di Adele, diventano gli indizi che porteranno a scoperte inimmaginabili. Parallelamente, nella Parigi di fine Ottocento, Adele insieme a due giovani artisti, Lucien e Anatole, si immerge nel mondo dell’arte, alla scoperta di se stessa e delle proprie origini. Tra dipinti di Monet e fotografie di Nadar, si scopre che il passato non è poi così lontano dal presente. Le epoche cambiano ma i legami familiari resistono.
Tuttavia, il costante parallelismo tra la Parigi ottocentesca e quella contemporanea rischia, a lungo andare, di risultare ridondante e complesso da seguire: troppe storie si intrecciano in uno spazio narrativo ristretto, con il rischio di perdere talvolta le connessioni che uniscono le vite dei diversi personaggi. Interessante è l’idea dell’arte come linguaggio capace di esprimere un legame che le parole non riescono a definire e che spesso sembra irraggiungibile, dando vita a opere di inestimabile valore. L’arte diventa così un ponte tra persone lontane che si riscoprono vicine, un filo di sangue che custodisce e tramanda secoli di storia.” – Marta Megli
Il Festival France Odeon prosegue fino al 2 novembre al cinema La Compagnia di Firenze.
Maggiori info: franceodeon.com