‘Margherita. La voce delle stelle’: Firenze è il set del documentario su Margherita Hack

In occasione delle celebrazioni del centesimo anniversario di Margherita Hack, un documentario, prossimamente in onda su Rai 3, dedicato all’astrofisica con testimonianze inedite

In occasione delle celebrazioni del centesimo anniversario di Margherita Hack, Firenze diventa il set per le riprese di “Margherita. La voce delle stelle”, il documentario dedicato all’astrofisica e divulgatrice di fama internazionale che sarà prossimamente trasmesso su Rai Tre. Tra le location scelte per le riprese, il Teatro Puccini e il Museo Galileo, uno dei luoghi più importanti d’Italia sotto il profilo della memoria astronomica, che ospitano la testimonianza di Stefano Sandrelli, autore e astrofisico, e di Gabriella Greison, fisica, scrittrice e drammaturga.

Il documentario ricostruisce la vita della donna straordinaria, ironica e libera, sincera fino alla provocazione, sportiva appassionata e refrattaria ai cliché, che, a partire dagli anni in veste di direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste – prima donna nella storia italiana a ottenere questo titolo – ha trasformato in un polo di ricerca di rilevanza internazionale.

Un racconto impreziosito da materiale di repertorio inedito e da numerose testimonianze di chi ha avuto il privilegio di averla come insegnante, guida professionale e soprattutto amica. Primo tra tutti, Federico Taddia, autore, giornalista scientifico, collaboratore di Margherita Hack negli ultimi anni della sua vita, in particolare nelle attività di divulgazione come i libri a quattro mani con l’astrofisica, a cui era legato da un’amicizia personale e che firma il documentario, insieme a Laura Allievi e Samuele Rossi, che ne firma la regia.

Grazie alle registrazioni audio originali sinora inedite conservate da Federico Taddia, che in questo docufilm fanno da filo rosso tra un aneddoto e l’altro, ai ricordi si alterna il racconto dalla viva voce di Margherita Hack, un modo suggestivo di ascoltare la sua storia.  Il film è una coproduzione Rai Documentari e Minerva Pictures Group.

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