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AMATI, Giulia
This is My Land... Hebron [risorsa elettronica] / regia Giulia Amati, Stephen Natanson ; soggetto Giulia Amati, Stephen Natanson ; sceneggiatura Giulia Amati, Stephen Natanson ; fotografia Stephen Natanson, Giulia Amati, Boris Sclauzero ; montaggio Giulia Amati ; suono Matteo Di Simone ; musica Piernicola Di Muro
IT : Blinkblinkprod, 2010
1 file mkv (3.21 gb) (72 min.) : color., son.
Festival dei Popoli, 2010. - Sottotitoli in italiano. - Lungometraggio. - Altri formati: mp4.
Natanson, Steven. Sclauzero, Boris. Di Simone, Matteo. Di Muro, Piernicola.
1. Guerra.
2. Geopolitica.
3. Giornalismo.
4. Razzismo.
5. Estremismo.
6. Diritti umani.
7. Terzo settore.
Abstract: Hebron si trova a soli 30 km da Gerusalemme eppure sembra di stare in un altro pianeta. Hebron vuol dire "amico" ma è diventata il punto in cui convergono tutte le caratteristiche del conflitto mediorientale: se si vuole cogliere la quotidiana assurdità israelopalestinese è a Hebron che si deve arrivare. Giulia Amato e Stephen Natanson ci sono andati per raccontare un luogo fatto di odio, di speranza, di perversione, di fede, di tradizioni e conflitto. "Quello che a me ha più colpito è che qui il conflitto non assume le dimensioni mediatiche dei grandi bombardamenti, delle bombe al fosforo bianco o delle stragi. Qui tutto viene quasi volutamente mantenuto al di sotto della soglia dell’emergenza umanitaria. Qui il conflitto assume la dimensione di una lotta tra vicini di casa. Si vince quando si riesce a rendere talmente insopportabile la vita di tutti i giorni al proprio dirimpettaio da costringerlo spontaneamente ad andarsene. Così ci si guadagna il controllo della città" (Giulia Amato). Questo film racconta quello che in molti preferiscono non vedere, si inoltra tra le contraddizioni di uno scontro fatto di calci e sputi, selciate e insulti, bambini contro bambini, donne contro donne, famiglie contro famiglie. "This Is My Land… Hebron"è un implacabile viaggio alla scoperta degli aspetti più nobili, mostruosi e contraddittori dell’animo umano. Un viaggio che: "cerca di dare spazio ai diversi punti di vista, di capire le ragioni e le motivazioni degli uni e degli altri ma soprattutto di concentrare lo sguardo sulla realtà quotidiana della città e lasciarla parlare". Giulia Amato segue i cittadini palestinesi e le rivelazioni di Yehuda Shaul, un ex-soldato israeliano dissidente. Stephen Natanson raccoglie le testimonianze dei coloni israeliani. Al film si aggiungono i preziosi contributi di due organizzazioni non governative, Tel Rumeida Project e B’tselem. Il risultato è un folgorante ritratto di una terra santa e maledetta, promessa e contesa da troppi.

Hebron is located 30 km. from Jerusalem, yet it seems to be from another planet. Hebron means "friend", but it has become the converging point of every Middle East conflict; if you want to witness the daily absurdity of Israel and Palestine, look no farther than Hebron. Giulia Amato and Stephen Natanson traveled there to tell the story of a place full of hate and hope, perversion and faith, tradition and conflict. "What struck me most was that the conflict here doesn’t take on the proportions of large scale bombings, white phosphor bombs or massacres depicted by the media. Here, everything is kept, almost willingly, below the threshold of humanitarian aid. The conflict here takes on the proportion of a fight between neighbors. It’s won by making the life of your neighbor so insufferable that he’s forced to leave. That’s how you gain control of the city" (Giulia Amato). The film tells the story most people prefer to ignore, probing the contradictions of a battle fought with sticks and stones, spits and insults, children versus children, women versus women, families versus families. "This is My Land…Hebron" is a relentless exploration of the most noble, monstrous and contradictory aspects of human nature. An exploration that "tries to make room for many points of view, to understand the reasons and motives of both sides, but above all to let everyday life in a city speak for itself". Giulia Amato follows Palestinian residents and the revelations of Yehuda Shaul, a former Israeli soldier and dissident, while Stephen Natanson interviews Israeli settlers. The film received precious help from two non-government organizations, Tel Rumeida Project and B’tselem. The result is a dazzling portrayal of a land both blessed and cursed, promised and contested.
Lingua: Inglese. Arabo. Ebraico.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE